Il buio e la luce nell'Ansia

06/10/2023

Il disturbo d'ansia ha moltissime sfaccettature. Si usa il termine "Ansia" per riferirsi a molteplici manifestazioni di uno stesso malessere, ovverosia un'emozione: la paura. Secondo la classificazione dei disturbi mentali, all'interno dei disturbi d'ansia si fa riferimento a forme anche ibride fra loro: esiste il disturbo d'ansia da separazione, il mutismo selettivo, le fobie, l'ipocondria, l'agorafobia, i disturbi d'ansia sociale e il disturbo d'ansia generalizzato.

L'ansia si manifesta sul corpo, tanto che all’inizio ci si allarma per problemi che pensiamo fisici. Per esempio si fa fatica a respirare, ci gira la testa, c'è tachicardia, l'asma. 

La confusione spesso caratterizza chi soffre di questo disturbo. Chi soffre d'ansia adotterà perciò la strategia del controllo e dell'evitamento. 

La strategia del controllo è dominante. Solo il controllo degli eventi si pensa di poter impedire il danno temuto, motivo per cui si è ipervigili verso le situazioni. Tale strategia, però, si accartoccia su sè stessa poiché per contollare tutto, si pensa a piú cose possibili e perció allarghiamo il campo dei "nemici". 

Allora nell'ansia si adotta la seconda strategia, anch'essa paradossale: l'evitamento. Siccome il controllo di tutti gli eventi è impossibile, ci si trova a non fare piú determinate cose o non frequentare piú determinati ambienti. Per esempio può diventare un problema il recarsi a scuola, al lavoro, o svolgere attivitá sociali come lo sport, a serate con amici o le relazioni in generale. Dico che è paradossale, poiché anziché risolvere il problema, lo alimentiamo. Evitando certe situazioni, le rendiamo sempre piú temute.

La cosa che spesso si fa, è cercare da sè delle risposte su internet. Questo porta ad entrare in un circolo vizioso da cui diventa difficile uscire. Molti siti internet spesso confermano le nostre paure (provate a cercare “difficoltà respiratorie”). Nel calderone delle risposte ad un problema che si pensa erroneamente essere fisico, si trovano anche problemi fisici che alimentano le preoccupazioni.

Nei ragazzi, i genitori si accorgono che c'è un problema quando colgono campanelli d'allarme nel proprio figlio come l'isolamento o preoccupazioni eccessive per qualcosa. I figli si isolano, trattano male i genitori o rispondono a monosillabe. Ai genitori manca la visione di quello che possono fare in quei momenti.

Nel disturbo d'ansia i primi rapporti che vanno in crisi sono quelli piú stretti. Le dinamiche cambiano perché la persona che sta male non riesce a capire che cos'ha. Non si deve cercare di sminuire il malessere, ma mostrare comprensione e creare uno spazio di ascolto e di vicinanza senza mai forzare delle risposte a chi probabilmente non abbiamo (ascolta La storia di Mirko).

Chi soffre d'ansia vive un paradosso: non vole ammettere di essere debole, ma anzi vive la propria sofferenza con stoicismo. Difficilmente si ritrova nella situazione di chiedere aiuto. L'opposto di chi prova naturalmente paura, di chi ha sostanzialmente bisogno di essere protetto.

Come ha detto lo scrittore americano Chuck Palaniuk: "Non sai mai quanto sei forte fin quando essere forte é la tua unica scelta". L'ansia va attraversata. Vanno vissute tutte le paure, i pregiudizi, i momenti di rabbia e di sconforto, fino a trovare il coraggio di chiedere aiuto.

Francesco Santini, Psicologo. Studio a Castiglion Fiorentino (Arezzo) in Corso Italia, 42. Per appuntamento chiamare il +39 351 575 2072