Personalità in Psicologia

08/31/2022

Per personalità si intende l'insieme delle caratteristiche psichiche e modalità di comportamento osservabili che, nella loro integrazione, permangono nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si l'individuo si esprime e si trova a operare (U.Galimberti, Dizionario di Psicologia, UTET, 1994).

Lo studio della personalità è affrontato da diverse teorie. In maggior misura esse si rifanno al metodo nomotetico, ma non mancano teorie che si rifanno al metodo idiografico. Nel caso nomotetico si definiscono modelli o "tipi puri" con cui classificare gli individui ciascuno dei quali, preso per sè, incarna sempre un "tipo misto" oppure, nel secondo caso idiografico, si studia il singolo come individualità non scindibile in parti osservabili singolarmente. Da distinguere la personalità dall'identità.

Per approfondire: Nomotetico e Idiografico

Le teorie somatico-costituzionaliste

[desuete] Studiano la personalità a partire dalle corrispondenze tra le caratteristiche fisiche di un individuo e quelle psicologiche. L'ipotesi è che una persona che ha una determinata costituzione fisica ha una certa personalità in conformità alle attese che l'ambiente ha nei suoi riguardi. A partire dalla sua costituzione, l'individuo riceve un feedback che favorisce il suo conseguente aggiustamento con l'ambiente.

Le teorie fattoriali

Secondo R.Cattell la personalità è ció che consente di predire quel che un individuo farà in una situazione definita, a partire dai suoi tratti che sono le sue strutture mentali (mutevoli) e la base biologica (fissa). Cattell definisce la personalità come la somma totale degli schemi di condotta dell'organismo: schemi di condotta attuali, potenziali, ereditari ed acquisiti. Fra i tratti stabili si distinguono gli ergs che sono innati ed identificabili con la costituzione biologica degli individui, e i metaergs che sono acquisiti e si sviluppano progressivamente in interessi, atteggiamenti e sentimenti.

Le teorie olistiche

K.Goldstein affermó che, siccome la legge del tutto governa il funzionamento delle parti, è piú utile studiare clinicalmente e integralmente una persona che non esaminare in molti soggetti una funzione psichica isolata. Nel suo studio con cerebrolesi, arrivó alla considerazione che nell'evoluzione di una personalità si manifesta una condotta concreta che rappresenta una reazione automatica agli stimoli, e successivamente una condotta astratta che è elaborata e ragionata. In condizioni patologiche l'individuo puó perdere la condotta astratta e regredire a quella concreta.

A.Maslow considera la personalità come un'integrazione di bisogni di base, distinti in fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di amore e bisogni cognitivi ed estetici. Vedi anche: Piramide di Maslow

Per approfondire: Il Bisogno in Psicologia

Le teorie oggettivistiche o comportamentali

Sono teorie promosse dall'esigenza di fondare le proprie teorizzazioni a partire da osservazioni empiriche controllabili sperimentalmente. L'elemento fondamentale della struttura della personalità è l'abito o habit, che è l'associazione fra uno stimolo e una risposta che varia in rapporto all'esperienza individuale, ma se rinforzata resta sempre uguale. Il fattore dinamico della personalità é il drive, o impulso sufficentemente intenso per mettere in moto l'individuo. 

Tale teoria l'antecedente delle teorie cognitivite (vedi poi): l'apprendimento di una determinata personalità si realizza con il rinforzo positivo dell'ambiente. Dal rinforzo dell'ambiente dipende la possibilità o meno di costruire vari habits. Da conoscere il concetto di dissonanza cognitiva di L.Festinger per comprendere quando una personalitá puó andare in crisi secondo la teoria comportamentale.

Le teorie psicodinamiche

La personalità è considerata in relazione alle varie tendenze che sono in equilibrio instabile, per cui la personalità è il risultato di interazioni di disposizioni diverse spesso in conflitto. Da un punto di vista dinamico della personalità, S.Freud ipotizza tre istanze dell'apparato psichico che nomina: Es dove sono le pulsioni innate, Io che abbraccia l'area della conoscenza e presiede la personalità nel suo adeguarsi a modalitá socialmente accettabili, e Super-io che esprime le esigenze della realtà sociale che trova la sua prima incarnazione nella figura del padre.

La teoria pragmatico-relazionale

La teoria promossa da P.Watzlawick considera la personalità di un individuo come facente parte imprescindibilmente di un sistema di relazioni, ovvero un ordine dinamico di processi comunicativi mutuamente interagenti, dove vigono le leggi della totalità per cui il mutamento di una parte genera il mutamento del tutto; e della retroazione o circolarità che stabilisce che l'attività di ogni singolo individuo influenza ed è influenzata dall'attività di ogni altro individuo. Ne consegue che la spiegazione di una personalità non va ricercata nel passato, bensí nei parametri e nelle regole interne del sistema di relazioni che l'individuo vive e che si autoperpetua.

La chiave di lettura è la comunicazione.

La teoria cognitivista

Le teorie sociocognitive dette anche dell'apprendimento sociale si pongono l'obiettivo di prevedere il comportamento delle persone, quantificato in stime oggettive. Alla base della personalità vi sono i costrutti cognitivi; questi costrutti si sviluppano e si modificano grazie all'apprendimento nell'ambiente sociale e sono specifici di determinate situazioni. In altre parole ci comportiamo in un certo modo perché abbiamo appreso cosí a farlo. Determinate situazioni ci provocano differenti comportamenti in base alle esperienze passate. Secondo tali teorie, il comportamento di una persona è data dall'interazione fra la situazione ambientale specifica e i costrutti cognitivi (aspettative, scopi e valori) specifici acquisiti dall'interazione con l'ambiente. Tra i maggiori esponenti di tale filone troviamo A.Bandura. Questi poneva grande rilievo sui processi e sulle strutture cognitive, considerate come ciò che modula l'esperienza e regola la condotta assicurando unità e coerenza al funzionamento dell'individuo (fonte).

La teoria del campo

K.Lewin concepisce i dati psicologici come organizzati in un campo di forze analogo ad un campo magnetico con tendenza all'equilibrio del sistema. Nel campo la persona occupa una posizione centrale circondata dall'ambiente psicologico con cui interagisce attraverso un sistema di tensioni che possono nascere o dal mutamento dell'ambiente psicologico o all'interno della persona sotto forma di bisogno. Lo stato di tensione attiva dei processi come pensare, agire, ricordare, percepire.. che continuano ad operare fino a che non si raggiunge l'equilibrio del sistema. La personalità è il miglior raggiungimento di questo stato di equilibrio.


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